Conoscere un uomo, ancor prima che un imprenditore e la sua storia personale è forse il modo migliore per mostrare alle nuove generazioni di imprenditori cosa intendiamo quando parliamo di tenacia e spirito di sacrificio.
Nel caso di Silvano Grivetto, fondatore e CEO di I.S.A.C., raccontiamo di un percorso che ha molti tratti in comune con il metallo trattato dall’azienda: l’acciaio.
Un elemento da sempre presente nella sua vita come racconta emozionato nel ricordare suo padre, operaio specializzato, per anni impegnato nello stampaggio a caldo.
Nel lontano 1974 il giovane Silvano decise, insieme ad altri tre soci, di intraprendere la stessa strada, ma creando qualcosa di suo: I.S.A.C. appunto.
Per molti anni quello che era stato un progetto alimentato solo dall’entusiasmo giovanile e dalla poca esperienza, cresce ottenendo un ottimo risultato: annoverare tra le aziende clienti un colosso italiano come FIAT.
Ma dietro ogni grande successo ci sono percorsi difficili, fatti di motivazione, carattere e grande abnegazione e non tutti sono pronti a sacrificarsi per un progetto comune, così ben presto l’imprenditore si ritrova a tirare le fila dell’azienda da solo.
“Non è stato facile affrontare tanti cambiamenti e avere allo stesso tempo il coraggio e l’intuizione di investire e credere nell’innovazione tecnologica” racconta.
Così la sua creatura, I.S.A.C., si è ritrovata ad affrontare grandi sfide e crisi di settore che hanno colpito profondamente altre aziende del canavese, ma come tutte le anime d’acciaio che si rispettino, la forte resistenza e la flessibilità l’hanno portata ad evolversi e comprendere il valore dell’innovazione.
L’impresa di Silvano, ardua e per niente scontata, è stata quella di trasmettere al proprio team la necessità di adattarsi, migliorarsi e formarsi continuamente per essere competitivi e allargare gli orizzonti.
E’ in una buona dose di coraggio e umiltà che trova la soluzione giusta. Scopre in questi valori il tratto comune con i suoi dipendenti e forse la chiave del vero successo.
Il team I.S.A.C. infatti è costituito da lavoratori appassionati, cresciuti imparando un mestiere antico e faticoso ma che nel giro di pochi anni hanno trovato nelle macchine un valido supporto.
Così è cambiata anche la gestione del lavoro che è passata dall’attività del singolo all’interazione armoniosa con altri colleghi specializzati e le linee di produzione robotizzate.
Non è sempre facile avere una visione e portare avanti un progetto con coerenza, allo stesso tempo mai dare per scontate le nuove sfide e tutto quel che un cambiamento epocale comporta.
La vera forza, si sa, è nel lavoro di squadra e c’era ancora un tassello mancante nel disegno del fondatore.
È agli inizi del 2000 che questo si completa quando la squadra aziendale cresce con l’arrivo dei figli Giorgio e Ombretta e rinnova quello che Silvano anni prima aveva scelto a sua volta: proseguire lo stesso percorso insieme.
Per molte aziende è una fase di transizione molto delicata dove il gap generazionale e visioni divergenti portano spesso a contrasti che si trasformano inevitabilmente in disorientamento e perdita degli obiettivi aziendali.
Ma non è questo il caso di I.S.A.C., dove tra tutti vi è grande unione di intenti; infatti la famiglia Grivetto può di certo vantarsi di aver fatto del legame familiare un vero punto di forza.
Proprio grazie all’arrivo di due figure così capaci e competenti. I.S.A.C. ha spiccato il volo aprendosi ad altri settori e ampliando i propri orizzonti oltre i confini nazionali.
Ogni storia imprenditoriale parte sempre da due sogni: il primo si può sintetizzare in una parola come “costruire” qualcosa che sia in grado di lasciare un segno e migliorare la vita di chi ci sta intorno; il secondo sogno è legato alla speranza di “condividere” quanto costruito con chi amiamo di più.
Crediamo fortemente che la storia di Silvano Grivetto sia una chiara testimonianza di quanto entrambi i sogni siano diventati realtà.
Godere dei grandi risultati ottenuti finora continuando a progettare con i suoi figli il futuro dell’azienda è parte del sogno più bello, ancora tutto da vivere.